«Abbiamo visto, al lato sinistro del Gigante un poco più in alto, il Lago Saporito con una cresta di vento soffiare da nord; scintillando emetteva grandi sbuffi che sembrava dovessero imbiancare il mondo intero; ma si spegnevano al contatto dello splendore che la neve emanava dal bosco fin verso di lui: il Gigante indicando la montagna con i fianchi innevati, con voce forte disse: Farinella, Farinella, Farinella! E vedemmo polvere in una luce immensa»Ci sono giornate di ricerca, cavalcate sull'onda di veloci perturbazioni che lasciano un segno solo se colte al volo.
Cogliere queste giornate, oggi più di ieri, è indovinare una profezia. Ieri c'erano le piste ferrate del cielo che a penzoloni univano l'al di qua all'al di là. Oggi è solo una questione di fede e di fatica. Crederci che puoi arrivarci e faticare per farlo. Meno poesia, più schiuma.
Quel giorno credemmo nel terzo segreto della Farinella.
Partimmo con il colore della mattina e il suo soffice benvenuto

che si trasformò presto in epica fatica

in simbolica contrapposizione tra ultraterreno e terreno, tra ciò che penzola e ciò che schiuma

Tra Santi e profani

scendemmo e risalimmo per rotte note al suono di silenziose note rotte

e onde di ghiaccio e vento alla conquista del mondo

potando a destinazione il vessillo del trionfo

E fu il tripudio

finchè piano piano, soffice soffice

tornò il colore e il segreto non più tale.


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Girarsi indietro a guardare e pensare:
"Quella è la mia traccia, dunque esisto".