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Breithorn Occidentale: i primi 4000 del Crinale
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Breithorn Occidentale - 25 Aprile 2003 -

I primi 4000 del crinale sono stati un'esperienza da ricordare, da celebrare e speriamo che sia solo l'inizio per altre bellissime uscite nel regno dell'alta quota. In questa pagina sono raccolte le esperienze a caldo di chi al ritorno ha creduto di dovere dire qualcosa. Le foto sono per continuare il viaggio ad occhi aperti...

im000950.jpg (53017 byte)Si è conclusa cosi la prima uscita alpina del Crinale, con un bel 4000 in saccoccia, il Breithorn occidentale, 4165m di bontà, in olio di oliva…
Devo dire che la formula della vetta in giornata non è stata delle più comode in quanto questi 8000 m di dislivello, come ha fatto notare qualcuno…si sono fatti sentire, specie per Alberto che non so come abbia fatto a terminare il giro!
Devo fargli i complimenti perché nelle sue condizioni, arrivare in vetta, deve essere stato massacrante e io dico la verità, avrei girato i tacchi molto prima!!!
I dati della salita sono questi: Partiti da Reggio alle 4,00 arriviamo a Cervina alle 8 e 40 con una bella mezz’oretta di fila per gli skipass ( siamo troppo abituati alle file di Febbio…). Una fila che però non pesava più di tanto in quanto l’occhio era allietato dalle tute da gara di qualche mezzalamista. Arrivati al Plateau Rosa alle 10 e 30 comincia la salita che in un’oretta ci porta al Colle del Breithorn, circa 3800 metri con vista superba su tutto il gruppo del Rosa a nord e con nuvole minacciose a Sud, che poi ritroveremo in vetta.
Lasciata la pista del Mezzalama inizia la salita vera e propria e e la quota comincia a farsi sentire, con il classico martello in testa ad ogni ripartita. È proprio su questo pendio che succede di tutto e ognuno dice la sua su che fare: tornare indietro, continuare, togliere gli sci, mettere i rampant…legarci! Tutte queste decisioni ci fanno perdere tempo e le nuvole cominciano ad avvolgerci ma noi riusciamo comunque a raggiungere la bellissima crestina finale alla spicciolata sotto una bella nevicata graupel. Ricompattato gruppo e morale per qualcuno, immancabile foto di vetta e poi inizia la discesa che in nebbione ci riporta alle piste del Piccolo cervino con la testa leggere leggera. Da qui piste gobbose e neve floppa fino a Cervinia, 2160 metri di discesa resa più difficile per qualcun altro che se la è fatta tutta con i borsoni in mano che avevamo lasciato al mattino per il rifugio, ma viste le condizioni di Alberto abbiamo disdetto per una rapida discesa a valle.
Immancabile birrozzo a Cervina al bar Breithorn ( e quale senno..) e poi verso la pianura.
Devo fare i complimenti a tutti i Bora Boys che hanno calcato la vetta del Breithorn , porta per altri 4000 di maggior soddisfazione.
Al prossimo 4000 allora raghesc????

Cristian

 

im03.jpg (27448 byte)Con la testa sono ancora là, a quei magici momenti della conquista! Per me come per gli altri e stato il primo quattromila e la soddisfazione è veramente grande dopo aver raggiunto la vetta.
A volte la quota può far brutti scherzi come è successo ad Alberto non l'ho mai visto così in crisi con una paura folle e delle decisioni assurde.
Per me la rinuncia sarebbe stata come un colpo al cuore e le condizioni per tornar indietro non c'erano!
Un ringraziamento particolare va alla nostra guida Cristian che ci ha aiutato nei momenti di difficoltà soprattutto con Alberto durante la discesa!

Matteo

 

im05.jpg (27233 byte)Siamo legati a dei numeri. Siamo legati a dei traguardi, a delle linee immaginarie. Siamo legati a delle convenzioni. 1000, 2000, 4000, 6000, 8000 e via dicendo esistono perché noi li abbiamo creati. Abbiamo inventato i numeri e allora quando per qualsiasi motivo o per qualsiasi cosa arriviamo a 1000 (MILLE!) crediamo di avere raggiunto un traguardo di chissà quale valore (così per 4000...8000...10000...) mentre alla fine, pensandoci bene, vale quanto un 992 o un 1027.
Abbiamo inventato il metro. Ci misuriamo le distanze, ci misuriamo le altezze. Un 4000 sarebbe alto così anche se non esistessero le unità di misura, eppure abbiamo gli altimetri che coi numeri rendono suggestivo il raggiungimento di quel traguardo che solo per un caso della storia (e grazie a chi ha inventato il metro proprio lungo così) è quello che è.
Ma è solo suggestione?
Col cavolo! La sensazione più forte che ho avuto e quella che mi ha colpito di più durante la salita ai nostri primi 4000 è che potevano andare a farsi benedire tutti gli altimetri, tutti i numeri, le convenzioni, tutte le unità di misura, i metri, i centimetri, i milliBar, ecc... perché da un certo punto in avanti sentivo di essere in una zona (l'alta quota) diversa, una zona nella quale davvero non si poteva più scherzare tanto, una zona nella quale la tranquillità diventa una cosa relativa, una zona nella quale 100 metri in più o in meno fanno la differenza.
Adesso...detta così potrebbe sembrare esagerata...eravamo pur sempre a 4000 metri (mica a 8000) sul Breithorn, vicino a decine e decine di persone (mica dispersi chissà dove), su pendii facili, con rischi bassissimi, eppure ho sentito qualcosa che non avevo mai provato prima e spero di avere reso l'idea.
La sensazione più impressionante, che non mi sarei mai aspettata, è stata quando eravamo sul colle del Breithorn a circa 3850 m. Andavamo benissimo, fisicamente a posto, tranquilli, nessun segno dell'altezza e della tirata mattiniera in macchina, in funivia e a piedi. Ci fermiamo un attimo sotto la gobba del Breithorn per le foto, scherziamo e guardiamo il panorama. Ripartiamo e 20/30 metri dopo la botta! Tutti contemporaneamente abbiamo iniziato a sentire un lieve mal di testa che ti prendeva davanti pulsando ad ogni passo, picchiando più forte dopo ogni sosta e tutte le volte che ti chinavi. Per qualcuno ragionare serenamente è diventato molto più difficile e di contro è stato molto facile farsi prendere da una certa ingiustificata agitazione.
Niente di che, infatti siamo arrivati (anche se con qualche ritardo di troppo) in vetta abbastanza agevolmente e la soddisfazione è stata grande, ma è stato strano...
E' allora vero, me lo avevano detto e posso confermarlo: il problema non è tanto fisico quando si fanno escursioni a certe quote (come fiato e come gambe ho fatto per esempio più fatica a salire sul Cusna), ma di essere abituati mentalmente e soprattutto di ambientamento. Sono convinto che se avessimo passato una notte in rifugio prima di salire probabilmente non avremmo sentito niente.

Andrea

TUTTE LE FOTO DELLA GIORNATA (clicca per ingradire)
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Improvvisa apparizione. Il Cervino calamita i nostri sguardi. Al Plateau Rosa pronti per partire.
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Primo tratto lungo le piste, ma è sempre alta quota... Lui (il Cervino) ci osserva. L'immensa piana del Colle del Breithorn.
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Noi e il Breithorn. Foto di gruppo. Dietro di noi il gruppo del Rosa. Uomini...piccoli puntini in ascesa.
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In posa col Cervino sullo sfondo. Sotto la vetta del Breithorn entriamo nel regno dell'alta quota. Preparativi per l'ascesa finale. Da destra il Castore, il Polluce e il Liskam. 
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Il gioco si fa duro. Superiamo la piccola crepaccia terminale. Alberto, Matteo e Andrea in cordata verso la vetta. Epica...
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Novoloni sotto di noi... ...sopra di noi... ...e intorno a noi!
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Becca è in vista della cima. Finalmente i 4165m del Breithorn Occidentale sono nostri. Cristian in vetta.
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Ci è concesso di allentare per un attimo la tensione. Uno squarcio ci permette di vedere 2000m più in basso... Foto di gruppo in vetta.
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Preparativi pre-discesa. La crestina che unisce il Breithorn Occidentale al Centrale. Primo tratto di discesa tra le nuvole.
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Uno sguardo a dove eravamo. Ci aspettano ancora quasi 2000 di dislivello lungo le piste. In una parola: DISTRUTTI!
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- Il programma originale dell'uscita...

- Le discussioni sul forum: 1 e 2

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