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Andreac
Maestro di fuoripista
New Zealand
223 messaggi |
Inserito il - 01 Set 2008 : 15:41:59
Quale convivenza?questo è il titolo del dibattito iniziato con Dan e Sturn sull'ultima impresa dello Stornello. Inserisco il mio commento nello spiegare le mie difficoltà nel gestire la convivenza. citazione: | X Dan. Ti spiego il voto. L'hanno scorso, dopo avere iniziato alla grande la stagione roccia con la Omi Berta, sono stato preso da crisi mistica. Accadde in luglio l'anno scorso, in cima alla Torre Brunico, uscita della Winter-Ziglauer, classico ultimo tiro di via dolomitica II°-III°, sugli sgrebani sotto la cima, l'ultimo rinvio a 20 e passa metri sotto, ho cominciato a pensare. -ho un cinno di 3,5 anni, -la mogliera incinta al VII° mese, -sono ancora sconvolto dall'incidente su una via ad un amico modenese che per le conseguenze di un volo gli è stata amputata la gamba sotto il ginocchio. .... se per caso mi dovesse succedere qualcosa adesso tipo volare perchè mi rimane in mano un appiglio (già successo) o altro incidente, come si dice dalle mie parti nella bassa: l'è na cà ed màdònni. A questo aggiungi: quando vai via hai sempre i minuti contati, fretta di arrivare, fretta di salire, fretta di tornare e ti godi niente. lasci a casa la mogliera immusonata, che in un modo o nell'altro il conto te lo presenta sempre. sensi di colpa vari derivanti dall'abbandono della famiglia. Conclusione: basta con le vie alpinistiche da proteggere, solo vie a spit, con impegno globale limitato, rischio minimo e ritorni facili. Questo è il voto. Rimane aperta la questione ghiaccio/cascate. Ho raggiunto questo compromesso, non fare + da primo cose difficili (difficili per me) ma solo da II° e andare da primo solo su cose facili. Lo so è una coclusione "all'italiana", ma per adesso va bene così, poi si vedrà.E' passato appena un anno ma la "montagna" mi manca molto...
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Come promesso allo Stornello "ho inviato il mulino" intervenite numerosi Modificato Da - ANDREAC il 01 Set 2008alle ore 15:44:55
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Tony Giger
Sommo Maestro del Crinale
Italia
107 messaggi |
Inserito il - 01 Set 2008 : 16:41:05
E' stato modificato il titolo perchè la lunghezza non permetteva di rispondere (bug noto che non vogliamo mettere a posto per pigrizia). |
sturno
Fiasco di Neve GV2005
Italia
4297 messaggi |
Inserito il - 01 Set 2008 : 17:10:40
Eh, ci vorrebbe il lauw! Comunque Cocco sei sicuro che lo spit risolva il dilemma? Lo spit non allontana le saiette (anzi le attira :-) e neppure scaccia i sassi.... Secondo me io rischio meno a fare la Fedele al Pordoi che a fare le vie che fa Chicco.... Almeno nel mio caso, c'e' sicuramente lo stereotipo che una via a spit elimini il pericolo, ma in realta' non è cosi'. Che dici? *** "Nel 2025 iniziera' una piccola era glaciale"
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Andreac
Maestro di fuoripista
New Zealand
223 messaggi |
Inserito il - 01 Set 2008 : 17:33:05
Sì, lo spit non elimina il rischio, ma lo abbatte drasticamente in caso di voli (visto che ho già conseguito il brevetto di "volo" in ambiente). Poi se lo chiedi alla Giuli ti risponderà diversamente... Però lo spit è la parte + evidente, assieme a quello c'è: andare via solo col bello al 110% (i bonus sono preziosi e non vanno sprecati), scegliersi le vie meno problematiche e logisticamente semplici, ecc.ecc. Chiaro è che, come scritto sui cartellini dell'attrezzatura, "l'alpinismo è uno sport pericoloso etc." e il rischio 0 non c'è mai. Chiaro anche che il gusto ci guadagna meno.Volevo xò indirizzare la discussione sul rapporto triangolare Montagna-Alpinista-Famiglia e sulle sue dinamiche. Sento che molti hanno qualcosa da dire. |
Alberto38
Maestro di fuoripista
Nepal
253 messaggi |
Inserito il - 02 Set 2008 : 11:23:56
citazione: | A questo aggiungi: quando vai via hai sempre i minuti contati, fretta di arrivare, fretta di salire, fretta di tornare e ti godi niente. lasci a casa la mogliera immusonata, che in un modo o nell'altro il conto te lo presenta sempre. sensi di colpa vari derivanti dall'abbandono della famiglia.
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Mi riconosco completamente in queste frasi...sono anni che mi scervello per trovare il sistema migliore per gestire montagna e famiglia, ma i conti non quadrano mai!! E ho sempre il cruccio di fare scontento qualcuno: se vado, scontento la famiglia, se non vado, scontento gli amici...alla fine però tra martello e incudine ci son sempre io!! Che sofferenza! Si vede che questo è il prezzo da pagare per godere della ns amata Montagna....________________________ Poopoopoopoopoopowder!!! |
Andreac
Maestro di fuoripista
New Zealand
223 messaggi |
Inserito il - 02 Set 2008 : 15:23:34
Sì, lo stato d'animo prevalente e costantemente presente è che quando sei a casa vorresti andare in montagna, quando sei in montagna vorresti anche essere a casa per stare con i tuoi. e comunque fra l'incudine e il martello ce li abbiamo sempre noi... Sturn, dit gninto??
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sturno
Fiasco di Neve GV2005
Italia
4297 messaggi |
Inserito il - 02 Set 2008 : 16:35:26
Mah..... Il senso di colpa lo provo pure io ma ribadisco che nel mio caso, alla base di tutti i dilemmi smetto/non smetto, c'e' essenzialmente la fifa blu di lasciarci le penne ed io penso che non ne valga assolutamente la pena. Anche perche' mi piacerebbe vedere mio figlio crescere, ma sono sincero, lo ritengo un desiderio mio ed anche a volte egoista.... Non penso di essere indispensabile per lui.Se fossi certo di non lasciare la ghirba in montagna non mi farei tanti problemi per lasciare a casa la famiglia.... diamine, faccio una decina di uscite all'anno quasi tutte in giornata, mi smazzo non poco per accudire la casetta (prontooooo???? Barchettaaaa, ci sei????) e mi sento abbastanza in compensazione (anche se non del tutto, e' fuori dubbio che la moglie fa piu' di me). Come ho gia' avuto modo di scrivere, ritengo che la famiglia, pur soffrendo inevitabilmente, farebbe tranquillamente a meno di me. Purtroppo o per fortuna le tragedie, anche le piu' crudeli, si superano più velocemente di quanto non si creda (la stessa cosa non la penso per la mamma.... infatti nei confronti di mia madre, finchè è vissuta, mi sono fatto i problemi che non mi faccio per moglie e figlio). Questa situazione fa si' che i miei dilemmi siano piu' o meno gli stessi da 24 anni (da quando ho preso un bel fulmine sulla ferrata della marmolada, accendendomi come una lampadina!!!), figli o non figli, moglie o non moglie, con l'eccezione della mamma. La risposta sta evidentemente nella riduzione del rischio, ad esempio adottando soluzioni tipo gli spit, con accesso e discesa semplici e pericoli ambientali ridottissimi (ma ad essere sincero forse allora preferisco fare un'escursione.... gli spit mi piacciono ogni tanto anche in montagna, ma mi sembra di andare su solo perche' qualcuno mi ha spianato la strada. Lo so che sono terribilmente demode' ma che ci posso fare?). La soluzione che io tradizionalmente adotto è quella di aumentare molto i margini tenendomi ben al di sotto delle mie possibilita' tecniche in arrampicata, perche' si sa che cosi' facendo il rischio si riduce esponenzialmente (riduci il pericolo del marcio, dei fulmini etc.). E' talvolta difficile ed è richiesto molto equilibrio, soprattutto quando sei circondato da numerose pressioni esterne che ti inducono a cercare di raggiungere il tuo limite. Ritengo amabilmente e benevolmente pericolosa la tendenza del nostro ambiente a spingerci verso salite che sono troppo vicine al nostro limite (lo so che adesso state pensando che mi sottovaluto, che faccio i soliti discorsi, che faccio solo flengoni etc etc, ma che ci volete fare....). Nel dubbio è sempre necessario stare dalla parte del frumentone, valutando bene le nostre capacità e facendoci consigliare da persone ben equilibrate ed in grado di valutare con serenita' le capacità proprie e quelle degli altri. A me, in questo senso, hanno dato consigli utilissimi Levati (che in montagna è in grado di raggiungere una serenita' ed una razionalita' che non ho mai riscontrato in nessun altro), Antonio (ritengo estremamente improbabile che Antonio venga giu' in arrampicata alpinistica, perchè è ben in grado di valutare cosa puo' fare), Giampa, e tanti altri che non nomino per non dimenticare qualcuno. Con un buon allenamento e con un buon margine io mi illudo che si possa andare in montagna con una certa tranquillita'.... detto questo va a finire che mi sfrittello sul prossimo ghiaione alla base della prossima parete marcia di quarto grado che andro' a salire..... In conclusione, devo dire che per l'ennesima volta, all'uscita della Mayr-Egger, ho pensato che non ne valeva la pena. Ma sono gia' passati 3 giorni e sto cominciando a pensare alla Castiglioni-Detassis al Dalumn.... *** "Nel 2025 iniziera' una piccola era glaciale" |
dan
Maestro di fuoripista
277 messaggi |
Inserito il - 02 Set 2008 : 17:20:02
L'argomento è molto scottante, e ritengo che ognuno di noi debba farci i conti. La parte tecnica potrebbe essere disquisita per giorni, dando ragione alle vie spittate o alle vie classiche, ma il vero problema è nel rapporto con la famiglia. Di quanto ognuno di noi è disposto a rischiare, e a perdere. Anch'io ci penso spesso sul potenziale rischio che si può correre e capisco lo stato emotivo di Andreac perchè mi trovo nella stessa situazione. Il voto di non tirare cose difficili sicuramente diminuisce il rischio. Ma come si sà molte volte gli incidenti capitano su cose facili, a volte banali. Vuoi per sfortuna, distrazione o eccessiva confidenza. Ne deduco che il rischio in montagna è sempre dietro l'angolo. Ritornando alla questione montagna e famiglia, non esiste una ricetta definitiva che vada bene a tutti, anche se tutti hanno lo stesso problema. Ognuno deve trovare dei compromessi, delle scuse, o delle motivazioni per non andare o andare in montagna. E la risposta è dentro di noi. L'importante è fare quello che ti suggerisce la tua vocina in quel momento.Il Gallo!!!!!!! |
Andreac
Maestro di fuoripista
New Zealand
223 messaggi |
Inserito il - 03 Set 2008 : 01:03:25
Grazie delle risposte, vedo che siamo in diversi a viverla con quella contraddizione insanabile. Se sei qui (a casa) vorresti anche essere là e viceversa
citazione: | la fifa blu di lasciarci le penne |
Va bè, quella c'è sempre.citazione: | Se fossi certo di non lasciare la ghirba in montagna non mi farei tanti problemi per lasciare a casa la famiglia.... diamine, faccio una decina di uscite all'anno quasi tutte in giornata, mi smazzo non poco per accudire la casetta e mi sento abbastanza in compensazione |
Buona parte del problema sta qui. Il punto di vista della moglie mia è il seguente: Noi andiamo a divertirci sui monti e per di più rischiamo di farci molto male o peggio, con la variante "preferisci andare in montagna allo stare con noi". E quest'ultimo assunto è molto difficile da sradicare, ed è anche il più falso.
citazione: | farebbe tranquillamente a meno di me |
Sono d'accordo sul fatto che certe tragedie si superano, ma non sono così d'accordo sul "tranquillamente". Se qualcuno di noi, facciamo corna triple, venisse a mancare in montagna, non credo che tutti i nostri famigliari supererebbero così tranquillamente l'episodio. Magari qualcuno sì, ma sarebbe comunque una tragedia e i più incazzati sarebbero i figli che con ogni probabilità si sentirebbero abbandonati e traditi. Potrebbe non sembrare, ma siamo importanti anche noi papà e mariti. citazione: | gli spit mi piacciono ogni tanto anche in montagna, ma mi sembra di andare su solo perche' qualcuno mi ha spianato la strada |
Su questo non posso che darti ragione, il gusto si perde molto. Ma per me è più forte la paura di lasciarci le penne. L'appiglio che si rompe capita anche sul III°. Ma Non voglio fare il menagramo. citazione: | detto questo va a finire che mi sfrittello sul prossimo ghiaione alla base della prossima parete marcia di quarto grado che andro' a salire |
non dirlo neanche per scherzo. citazione: | all'uscita della Mayr-Egger, ho pensato che non ne valeva la pena. Ma sono gia' passati 3 giorni e sto cominciando a pensare alla Castiglioni-Detassis al Dalumn |
E qui è obbligatorio citare Piola e la risposta che diede ad un giornalista che gli chiese "qual'è la via più bella che ha salito" e lui calmo rispose: "la prossima". citazione: | non esiste una ricetta definitiva che vada bene a tutti, anche se tutti hanno lo stesso problema. Ognuno deve trovare dei compromessi, delle scuse, o delle motivazioni per non andare o andare in montagna. E la risposta è dentro di noi. L'importante è fare quello che ti suggerisce la tua vocina in quel momento. |
Alla fine credo che sia proprio così.Mi piacerebbe anche sentire il parere di qualche donna-moglie-mamma. Buonanotte |
Andreac
Maestro di fuoripista
New Zealand
223 messaggi |
Inserito il - 04 Set 2008 : 09:18:35
Vi segnalo questo scritto apparso su "Lo Scarpone" nel febbraio 2001. Lo trovo, a dire poco, toccante. Ogni Alpinista dovrebbe leggerlo e farlo leggere a chi ti chiede "perchè?".********************************************* "Questo è uno dei primi bivacchi degli inizi degli anni 30 del Novecento. Sulle Alpi occidentali se ne trovano fino a 4000 metri di altezza. Ha l’anima in legno, listelli di legno ricoperti di lamiera zincata. E’ solido, è molto meglio di una tenda. Pensate di arrivarci stanchi morti, affamati e sudati, e la luce se ne sta andando. E’ una fortuna rifugiarsi in questo bivacco per recuperare le forze in vista della scalata di domani. Mi sono cambiato e sto molto meglio. Sono quasi felice. C’è un letto di tela, un appoggio, si può persino accendere una candela. E ascoltare la notte, il mistero delle montagne, qualche colpo di vento, un seracco che cade. Poi silenzio: le pareti dormono. Io invece nei bivacchi non riesco a chiudere occhio. L’attesa, l’emozione, forse la quota. Devo dormire. Devo recuperare. Devo dormire per recuperare. Sono le due di notte e fra un’ora si parte. Ormai non dormo più. E allora pensi, pensi. Che cosa mi ha portato qui ancora una volta, perché, che cosa sto cercando, che cosa mi aspetto, cosa cercano gli alpinisti? La montagna è una febbre che ti prende da giovane e ti resta dentro, anche se il mondo va cambiando intorno a te, anche se i muscoli un giorno dicono basta e la famiglia reclama i suoi spazi, e forse altre ragioni di vita meno egoistiche e più nobili vengono a sovrapporsi nel corso del tempo. Nonostante tutto alpinisti si resta, e da alpinisti, fino all’ultimo, si continua a osservare le montagne con sguardo obliquo, cercando vie di salita, vagliando i colori e la grana della roccia, soppesando le condizioni del ghiaccio nell’algida luce di un’alba o nel riverbero di un tramonto. Perfino di fronte alla morte di un compagno, anche dopo una ragionevole scelta di abbandono dettata dal buon senso o dalla necessità, il cuore resta imprigionato nella passione originaria, esclusiva, come un amore dell’adolescenza mai del tutto consumato, un dolce rimpianto che fa male fino alla fine. L’attaccamento alle pareti non si misura con gli anni e forse nemmeno con l’azione. Si misura con la passione. Questo è il fantastico, enigmatico, umanamente folle e follemente umano fascino della montagna, dove non ha senso ciò che si vede,ma solo quello che non si vede. Quella fiammella che gli alpinisti si portano dentro cercando di non scottarsi troppo". Giuseppe Cederna (da “Quota 283”, testi di Enrico Camanni e Giuseppe Cederna) Modificato Da - ANDREAC on 04 Set 2008 09:20:33 |
Stratocumulus
Cavaliere delle nevi
Italia
444 messaggi |
Inserito il - 04 Set 2008 : 10:31:27
Vi dico la miaIl rischio in montagna c'è, punto e basta. Possiamo adottare (ed è doveroso farlo) tutta la prudenza che vogliamo, ma non potrà mai essere ridotto a zero. Ora il punto cruciale è: qual'è la soglia di rischio che è tollerabile accettare, per vivere le meravigliose esperienze che la montagna è in grado di darci? Io personalmente mi sono dato questo criterio: In ogni attività quotidiana che facciamo è presente un rischio. Viaggiare in automoble, per esempio (non so se avete visto il terribile video dell'incidente di Cessalto...). Ma ci sono anche gli incidenti sul lavoro, gli incidenti domestici. E purtroppo c'è anche il rischio di beccarsi delle malattie non curabili letali o altamente invalidanti (tumori, sclerosi, ecc). Per cui, comunque sia, la certezza di arrivare a morire tranquillamente a 90 anni nel proprio letto di casa, non la possiamo avere. Ora la mia regola è questa: nel momento in cui l'escursione in montagna che ho pianificato presenta dei rischi che sono paragonabili a quelli sopra elencati, ci può stare. Se invece il rischo è molto superiore allora rinuncio. Un esempio: io ritengo che la probabilità di beccarmi un fulmine mentre percorro una ferrata sia piuttosto rara (naturalmente se ho verificato attentamente le previsioni del tempo), ma non nulla (le previsioni per quel giorno possono essere clamorosamente sbagliate). Tuttavia non è neanche nulla la probabilità che un tir mi venga addosso il prossimo giorno che mi recherò al lavoro in auto. Ora, dato che al lavoro ci devo andare comunque, rinunciare alla ferrata per paura del fulmine non aumenterebbe significativamente la probabilità di campare fino a 90 anni, per cui è sostanzialmente inutile che rinunci al piacere della ferrata. citazione: | Come ho gia' avuto modo di scrivere, ritengo che la famiglia, pur soffrendo inevitabilmente, farebbe tranquillamente a meno di me. |
Sturno, sei veramente sicuro di quello che pensi, oppure cerchi di autoconvincerti di questa cosa semplicemente per cercare di non provare sensi di colpa di fronte all'idea del dolore che procureresti alla tua famiglia? |
scudiero
Maestro di fuoripista
255 messaggi |
Inserito il - 04 Set 2008 : 22:55:45
Alla ricerca dell'impossibile compromesso, lo risolvi solo quando tutti in casa condividono le stesse passioni, caso rarissimocitazione: | ...provare sensi di colpa di fronte all'idea del dolore che procureresti alla tua famiglia?
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Un mio collega diceva che il vero "vedovo" è quello che ci lascia le penne, non quello che rimane vivo ! Forse intendeva dire che una moglie giovane (e carina) trova sempre un rimpiazzo ... è quello che dico sempre al Lauw, di non preoccuparsi che se gli succede di perdere "qualche pezzo" impigliato in un cordino di manovra o amputato da una lamina di sci, c'è sempre qualche amico pronto a consolargli la donna Parlando più seriamente, è vero quello che dicono Andreac e Strato, in genere è prudente non superare la soglia del proprio limite , ma così facendo molti di voi si tirerebbero indietro dalla maggior parte delle uscite di ogni genere, rimpiangendo come spesso faccio io di non fare una cosa per paura di non esserne all'altezza o di rallentare gli altri o non tornare intero a casa. Capita che parti per fare una cosa al tuo livello di preparazione, poi ti trovi in una situazione "punto di non ritorno" che devi proseguire e basta... poi quando sei a casa, sotto le coperte e ci pensi, ti sudano le mani e ti rivedi in situazioni di pericolo , corda nell'ultimo rinvio passata venti metri fà, e se si stacca una presa ? E se in bici la macchina dietro ti asfalta? Boh , so solo che il parere della gente (non che me ne freghi molto) quando uno si fa male in montagna è abbastanza spietato , del genere "ma chi lo ha obbligato ad andare li?" Per quanto riguarda l'arrampicare da primo, Andreac lo ritiene più pericoloso ed è vero, però stai molto più attento di quando sei secondo e sai che non devi sbagliare, massima concentrazione ! Poi inciampi sul facile, è vero in tutte le attività
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sturno
Fiasco di Neve GV2005
Italia
4297 messaggi |
Inserito il - 04 Set 2008 : 23:11:08
Chiaramente ho un po' esagerato dicendo che non siamo indispensabili, ma in fondo e' vero. Io sono abbastanza sicuro di non esserlo. Non credo sia una questione di comodo, gli è che la penso cosi'....Chiaramente siamo potenzialmente in grado di fare soffrire un casino chi ci sta vicino, ma per fortuna la vita continua, tranne per chi ci lascia le penne. Tuttavia il senso della discussione non cambia di molto. Per un motivo o per l'altro, per egoismo o per altruismo, il dilemma rimane. Strato ha perfettamente ragione, occorre ridurre il rischio ad una soglia accettabile. Il problema e' che valutare oggettivamente il rischio in montagna e' molto difficile se non impossibile. In pochissimi ci riescono. Se cosi' non fosse, ci sarebbero molte meno tragedie. Perche a nessuno (o quasi) di quelli che ci hanno lasciato è balenato davvero per la testa, quando hanno chiuso la porta di casa, di non poter tornare piu'. Certamente rischiare troppo non ha senso, certamente smettere di andare in montagna non ha egualmente molto senso. Occorre trovare il giusto senso della misura.... il problema è che non è facile. Chi riesce ad avvicinarsi a questo traguardo, e soprattutto chi riesce ad avvicinare altri a questo traguardo, è Alpinista con l'A maiuscola (e nessuno glielo riconoscera'.... anzi, verra' probabilmente preso per i fondelli). Il bello della montagna sta anche in questo. E poi ci vuole un pizzico di fortuna..... *** "Nel 2025 iniziera' una piccola era glaciale" |
gp
Gran maestro di fuoripista
Italia
834 messaggi |
Inserito il - 05 Set 2008 : 14:20:00
Argomento spinoso, molto delicato , nel mio piccolo vivo spesso anche io questa contraddizione, fin da quando, verso i 16-17 anni ho iniziato a conoscere bismantova e a vedere mia madre che prendeva dei calmanti Non ho comunque mai fatto cose particolarmente pericolose quindi (forse stupidamente) non mi sono mai seriamente posto il problema di lasciarci le penne
citazione: | Non penso di essere indispensabile per lui |
citazione: | la famiglia, pur soffrendo inevitabilmente, farebbe tranquillamente a meno di me |
con amicizia eh sturno ma.... queste sono GRANDI CAZZATE............ ne sei proprio sicuro???? mi piacerebbe vedere riaprire questo post fra un 15 20 anni da un tale appena iscritto con il nick "sturnino" (che all'epoca avrà ancora i genitori ben vivi e vegeti) e sentire cosa ne pensa di queste boiate. Sento comunque spesso il problema del conflitto famiglia/tempo libero dove nel tempo libero vorrei ci fosse moooolta montagna ma non solo.
citazione: | Se sei qui (a casa) vorresti anche essere là e viceversa |
Verissimo ma aggiungo quante volte mi è successo di andare in montagna o in giro con amici e pensare come sarebbe bello ci fossero anche le mie donne.Spero di riuscire, non so se ci riuscirò mai, a coinvolgere la mia tribù a seguirmi sempre di più nelle cose che mi appassionano e che peraltro appassionano anche mia moglie (meno male). E' chiaro che all'inizio sono io (e lei) che mi sono dovuto prostrare ai bisogni delle piccole, ma vedo che negli ultimi anni qualcosa sta cambiando. non posso certo pretendere che mia figlia venga a fare l'aguglia insieme a Sturno, però sono riuscito a farla scendere fino a cala goloritze, e le è anche piaciuto. Sto iniziando a farle arrampicare, e fra (pochi) anni voglio portarle a fare le ferrate con me. Secondo me è giusto ed inevitabile "abbassarsi" a compromessi che chiaramente si scuccano con il nostro ego e con gli sfottò degli altri. Devo anche dire che la cosa che mi ha portato a riscoprire posti e cose che per anni avevo snobbato, non è micca necessario rischiare la pelle per divertirsi noh? pensa che prima di aver dei figli non ero mai andato al ventasso d'estate!!! citazione: | Non esiste una ricetta definitiva che vada bene a tutti, anche se tutti hanno lo stesso problema. Ognuno deve trovare dei compromessi, delle scuse, o delle motivazioni per non andare o andare in montagna. E la risposta è dentro di noi. L'importante è fare quello che ti suggerisce la tua vocina in quel momento |
in questo momento una vocina mi sta chiamando....... oddio ...... aiuto .... sto per rispondere....... fatto bene vado a litigare con mia moglie per dividerci i finesettimana di libera uscita da qui a fine settembre.....
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Andreac
Maestro di fuoripista
New Zealand
223 messaggi |
Inserito il - 05 Set 2008 : 15:21:33
Finalmente riesco a rispondere.Possiamo disquisire per giorni, arrampicare da I°, da II°, Spit e vie dure o flengoni di IV con i chiodi originali di T. Piaz, si rischia sempre. La pianificazione è senza dubbio lo strumento migliore per la riduzione del rischio, che comunque non scompare mai, anche nelle cose più facili e banali, per quella quota di "imponderabile" presente nella vita di tutti. Vedi ultimo incidente in VdRabbi 1-2 domeniche fa, donna di 40 anni scivolata su sentiero e morta sotto gli occhi del marito e dei figli. La casistica cmq è infinita, nel bene e nel male. La questione su cui voglio discutere è nel rapporto con la famiglia e come conciliare le due cose. Noto comunque che da parte mia, per quanto si faccia non è mai, mai, abbastanza. Si scontenta sempre qualcuno, la moglie, sia che tu vada in palestrina alla 10 di sera, stanco come un somaro, a tirare della plastica, con l'illusione di non perder l'allenamento, sia che tu vada a fare la Cassin al Badile e stai via 3 giorni. Non c'è molta differenza. Considerando il fatto dall'altra parte tu stai fuori casa a divertirti è già un affronto, se poi rischi, ancora peggio. Giusto x me quello che dice Scudiero, ma anche in quel caso non è sempre vero. Anche quando la moglie è alpinista ci possono essere attriti perchè non si condivide con la stessa intensità. Ed è il mio caso. Pur comprendendo la mia passione/necessità/dipendenza per la montagna, riesce sempre a metterti la puntina di risentimento e fartelo pesare. Ed è veramente fastidiosissimo. La spiegazione del fenomeno forse ce la potrebbe dare fra qualche giorno l'acceleratore di particelle del Cern. |
Paolina
Maestro di fuoripista
201 messaggi |
Inserito il - 05 Set 2008 : 18:13:32
Da ex-alpinista posso dire la mia? ****
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Paolina
Maestro di fuoripista
201 messaggi |
Inserito il - 05 Set 2008 : 18:21:53
Che PALLE!!! Mi collego dopo mesi di assenza per vedere le ultime gesta e... Ma vi fate le canne? ****
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sturno
Fiasco di Neve GV2005
Italia
4297 messaggi |
Inserito il - 08 Set 2008 : 01:09:12
citazione: | Ma vi fate le canne?
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Si! Come stai Paolina? La Pietra sente la tua mancanza. Mi concedi un'arrampicata assieme alla P da qui a fine settembre??? Dai! Un bes! Sturno*** "Nel 2025 iniziera' una piccola era glaciale" |
Andreac
Maestro di fuoripista
New Zealand
223 messaggi |
Inserito il - 08 Set 2008 : 10:13:10
citazione: | Da ex-alpinista posso dire la mia? |
da quando c'è bisogno di chiedere il permesso? Non so cosa aspetti!? Sei/eri alpinista e sei pure mamma!! Chi meglio di te? Noi maschi diciamo tutti +o- le stesse cose, sarebbe ora di sentire qualche femmina >> > > > > > > E che femmina
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lauw
Gran maestro di fuoripista
Sudan
2840 messaggi |
Inserito il - 08 Set 2008 : 14:03:36
Paolina ricordati di quel famoso "tagliando"....Mo mi uccide, altro che pericoli in montagna.... Tornando "in topic": beh gran bel topic questo, brev Andrea. Vorrei sottolineare che sarebbe interessante sapere cosa ne pensano i giovani delle problematiche della loro famiglia, quella coi loro genitori per intenderci.....appena mi ripiglio scrivo qualcosa pure io. Intanto: Scudiero VatLaTorInTalCul.
___________________________ Continua a sognare Gigante addormentato |
scudiero
Maestro di fuoripista
255 messaggi |
Inserito il - 10 Set 2008 : 14:09:01
citazione: | Intanto: Scudiero VatLa... |
grazie , grazie , appena riesco ci vado comunque sei sempre permaloso quando si parla della TUA donna |
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